“L'avevi detto tu
Lasciamo entrare il sole
Seguendo dentro al palmo della mano un'altra immagine del
nostro cuore”
(Filippo Gatti - Riccardo Sinigallia)
(Filippo Gatti - Riccardo Sinigallia)
La
sensazione di perdere contatto col mondo fuori spesso è fortissima.
Questa
palla immersa nell’universo crolla in continuazione.
Assieme
alle braccia e a qualcos’altro.
Il
dolore che viene su dal cuore e va a obnubilare la ragione ti rende incapace di
muovere i passi a passo col tempo che scorre.
E
ti senti solo al mondo.
Finalmente
a volte.
Il
contrario di finalmente altre.
E
poi succede che un giorno una persona ti dica poche, semplici e schiette
parole.
“Ehy
Tandoori hai rotto il cazzo di essere triste. Adesso fai qualcosa per noi!”
E
ti senti spaesato e incapace di reagire.
Indifeso
e incapace di controbattere.
Pensi
che no, basta, non ce la puoi fare più a ricominciare.
E
quindi rispondi in maniera impulsiva e immediata.
“Ok!
Daje! Yalla! Ajò!”
E
dentro di te “Ma che cazzo ho detto? Cosa? Cosa?”
E
poi quel maledetto essere ancorato alle parole date.
E
alle scelte fatte.
E
ricominci nell’unico modo che conosci.
Rompere
i coglioni al mondo per parlare di qualcosa a cui comunque hai sempre tenuto e
che diventa solamente roba più tua.
Roba
alla quale dedicare ancora e ancora tutto te stesso.
E
hai paura.
Paura
fottutissima.
Paura
che la gente fuori non capisca.
Che
l’aiuto di cui necessiti non ti verrà mai dato.
Mai
più dato.
Ma
ormai è così.
Devi.
Come
se una forza divina ti sollevi da terra dalle chiappe con due dita.
E
fu così che qualche mese fa decisi che il 29 maggio ci sarebbe stato qualcosa
da fare per sperare di costruire qualcosa per quelle ragazze e quei ragazzi di
Gerico che da un po’ di tempo avevo guardato negli occhi e irrimediabilmente
cominciato ad amare.
Il
racconto sarà fatto come un lento ringraziamento.
Abbiate
pietà di me.
Io
ringrazio Lavinia, che quel giorno mi prese per le palle e con lei Ponti non
Muri al completo che hanno avuto la capacità di farmi sentire un vero sardo,
con tutta la bellezza e la semplicità di spirito che questo comporta.
Io
ringrazio Alessio e con lui tutti i compagni e le compagne della Villetta,
sempre pronti a dire di si ad ogni mia idea, pensiero e casino e sempre pronti
a spaccarsi di lavoro, nella gratuità e col sorriso sempre accogliente.
Io
ringrazio Riccardo Sinigallia e con lui tutto il bar Sinigallia che non so
ancora per quale dono del cielo siano capitati nella mia vita colorandola
pastello. Io senza di loro adesso starei ancora annaspando nel nulla.
Io
ringrazio tutte le persone che per un motivo o per un altro sono salite su quel
palco per esibirsi, per mettere sedie, collegare fili, montare aggeggi
complicatissimi, fare cambi palco improbabili e per far continuare il mio sogno
di bambino che la musica può costruire ogni cosa.
Io
ringrazio tutte le persone che sono venute a vedere cosa succedeva quella sera.
Che fossero fan di qualcuno sul palco o che fossero interessati ad altro erano
là ed erano bellissimi e che ho sentito tutti degni di essere amati.
Io
ringrazio tutte le persone che avrebbero voluto esserci. E che seppur nella
sofferenza del non esserci state sono state vicinissime a quella che era la
costruzione e lo svolgimento dell’evento.
Ecco
il ringraziamento prescinde dai nomi delle persone.
Ma
sono sicuro che ognuna di loro si sentirà parte di qualcosa che il 29 maggio è
cominciata.
Eh
si amiche e amici miei.
Il
viaggio è cominciato solamente e ci sono cose importanti da fare e da sognare.
E
tutti quella sera hanno operato un miracolo.
Tutti
hanno contribuito a rigenerare qualcosa per la quale vale la pena di continuare a seminar passi su questa maledetta terra.
“E sei ancora giovane
Come la prima volta
Per una volta ancora
Giovane
Come la prima volta
Per una volta ancora
Una rigenerazione”
(Filippo Gatti - Riccardo Sinigallia)
(Filippo Gatti - Riccardo Sinigallia)
Per
aria Una rigenerazione – Riccardo Sinigallia - Filippo Gatti
Potete trovare foto e resoconti sulla serata cliccando qui. |
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